Giovanna Chiarlo - L'Arte fuori dal Tempio

Un diario dell'anima plasmato nel ferro


"Noi vogliamo produrre come una pianta che produce un frutto" (Hans Harp).

Questa intenzione si esprime nelle opere di Giovanna Chiarlo. Forma e colore veicolano epidermiche simpatie, laddove curva e retta, femminile e maschile, si inseriscono quali archetipi di una visione a lungo meditata.

Tempo e immaginazione viaggiano oltre la direzione intuitiva, verzo l'espressione di una forza vitalistica. Queste presenze forti, attive e passive sono il frutto di una sperimentazione e di un continuo desiderio di rinnovamento linguistico.

Č una scultura che consente una fruibilitā diretta e diversificata; organismi plastici che si inseriscono in modo integrale nell'ambiente, ora come fiamme si elevano al cielo, o come draghi sentono il contatto della terra.

Le sculture della Chiarlo rievocano la perfezione della realtā organica attraverso un processo di coordinamento del linguaggio visivo convogliato nell'equilibrio dell'immaginazione formale. Sculture senz'ombre, diaframmi o sipari che comunicano intensamente con quanto le circonda creando differenti rapporti spaziali. Assai ricettive nella loro leggerezza e ritmicitā, straordinariamente fini e vivaci, scoprono il vuoto come il pieno, il pieno come il vuoto


Indice delle opere:
Rosso Sangue un atto di dolore nei contorni di una fiamma
Domino un diaframma traslucido per separare i sogni dalla realtā
Blu Elettrico un lieve fascio di ottimismo
L'Oro degli Sciocchi simbolo dell'esterioritā che uccide la sostanza
Metastasi Craniche il ricordo di una dolorosa esperienza
Contesto armonia, logica e compenetrazione di forme
La Coda del Drago metafora dei timori infantili


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